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La costruzione della barca non ha subito modifiche di particolare rilievo rispetto ai tempi antichi, tanto nella forma, quanto nelle tecniche e nei materiali di costruzione.

Per millenni infatti le barche sono state costruite artigianalmente con legno di “cerro” per “fonno” e “sponne” e legno di olivo per le “cocte” (mattèe). Le sponne erano costituite da tre tavole più facilmente flessibili.

La barca così costruita era molto pesante, a causa dell’elevato peso specifico del cerro (0.90), e per le sue dimensioni, che si aggiravano, come accade ancora oggi, da un minimo di 5 metri ad un massimo di 7 metri di lunghezza, e 1,5 di larghezza.

Nel passato la barca era provvista di una primitiva vela rettangolare appoggiata su due alberi detti rispettivamente ” ‘r puntone” e ” ‘r puntoncello”, come ausilio all’uso dei remi. Lo scalmo (“piro”) è privo di biforcazione, quindi il remo viene legato con lo “stropjo” (corda), fatto con pezzi di rete vecchia. Attualmente il piro viene saldato su una corda della barca. I remi sono posti in posizione asimmetrica; quello anteriore è detto “r rje – mo”, quello posteriore “rocta” e funge anche da timone. Occasionalmente, prima della applicazione del motore alla barca, questa era provvista di altri due remi detti “r rjemo de mezzo” e “r rjemo de punta”, utilizzati in caso di tempesta o per le gare.

La vera e propria evoluzione nella costruzione della barca, soprattutto per quanto riguarda i materiali e il sistema di fabbricazione, si è avuta negli ultimi trenta anni. Le barche infatti, vengono ora costruite con il mogano, che ha una flessibilità maggiore rispetto al cerro e permette di costruire le sponne e il fonno con l’impiego di sole tre tavole. Le cocte (matèe) sono di ferro per far sì che offrano una maggiore resistenza alle sollecitazioni dei motori.

Nell’ultimo decennio sono state introdotte ulteriori novità a livello “tecnico”: vengono infatti utilizzati materiali compositi resinati e vernici specifiche per l’uso marino. La barca è diventata così più leggera e allo stesso tempo strutturalmente più robusta e sicura per la navigazione, pur mantenendo la sua classica forma originale.

Nomenclatura dialettale delle parti della barca

  1. La punta
  2. La Culata
  3. Le sponne
  4. ‘Rfonno
  5. Lo scalino
  6. L’usciòlo
  7. La talena
  8. Rtrasto de mezzo
  9. Rtrasto de punta
  10. Le poste
  11. Le mattèe
  12. L’orecchjòzze
  13. Le piraje
  14. ‘Rpiro de la rosta
  15. ‘Rpiro der rejmo
  16. ‘Rpiretto de mezzo
  17. ‘Rpiretto de punta
  18. La bbrija
  19. ‘Rviaro
  20. Lo sguciòtto
  21. ‘Rbbuco pe’ la vela
  22. La leva de punta
  23. La leva de culata

La poppa: la parte poppiera dove vengono gettate e recuperate le reti è detta culata ed è formata dallo scalino, l’usciòlo e la talena le cui parti sporgenti (orecchjòzze) servono a spingere la barca in acqua o a terra.

Come si rema
I remi sono posti in posizione asimmetrica. Quello anteriore è detto ” ‘r rejmo”, quello posteriore è la “ròsta” che funge anche da timone. Occasionalmente vengono adoperati altri due remi: ” ‘r rjemo de mèzzo” e ” ‘r rejmo de punta”. Lo scalmo “piro” è privo di biforcazione; il remo viene legato con lo “stròpjo” fatto con pezzi di rete. Un tempo il ” ‘r piro” veniva fissato a fuoco tra il fianco e una tavoletta esterna detta “pirajja”, attualmente viene saldato su una costa della barca.

Barca con vela
Un tempo la navigazione avveniva con remi e a volte ci si serviva dll’ausilio di una rudimentale vela issata su due alberi detti ” ‘r puntòne” e ” ‘r puntoncéllo”. Attualmente sono in uso piccoli motori entrobordo e fuoribordo, a benzina o elettrici, come per la nostra flotta.

Il Palio Storico
La regata delle barche o Palio storico, è un’antichissima gara sportiva che si teneva regolarmente sul Lago di Bolsena; sospesa da decenni si è ritenuto opportuno rilanciarla e valorizzarla dal 1996. Documentazioni storiche con riferimenti alla regata si hanno dal 1454, altre si tennero poi nel 1462, 1514, 1618, 1747 e 1790.

Quella del 24 giugno 1462 ebbe come spettatore il Pontefice PIO II Piccolomini che ne fece una dettagliata cronaca; alla gara con partenza da Capodimonte e arrivo al porto dell’Isola Bisentina, cinque barche al via, in rappresentanza dei pescatori di Bolsena, Marta, Grotte di Castro, Valentano, ed i domestici del Vescovo di Corneto (oggi Tarquinia). I pescatori di Marta, dopo un duello appassionante con quelli di Bolsena vinsero la gara.

Nella prima edizione di rilancio con finale 24 giugno 1997 hanno partecipato sette imbarcazioni, in rappresentanza delle cittadine che si affacciano sul Lago di Bolsena che in ordine alfabetico sono: Bolsena, Capodimonte, Gradoli, Grotte di Castro, Marta, Montefiascone e S. Lorenzo Nuovo. Fin dalle gare preliminari alla finale che si sono tenute nelle acque dei vari paesi partecipanti, settimanalmente nei mesi di luglio e agosto 1996, la partecipazione dei turisti e dei tifosi è stata buona. La finale del 1997 a 535 anni da quella storica del 1492 ha riservato un esito a sorpresa.

Si presenta favorito alla partenza, l’equipaggio di Capodimonte che col margine di punti conquistati nelle gare preliminari dell’anno precedente, è sufficiente un piazzamento per vincere il Palio. Alla partenza però, al capovoga di quest’equipaggio, saltano i nervi dopo un diverbio coi giudici; e il suo deplorevole comportamento continuato durante la competizione, getta al vento una sicura affermazione che è così offerto in un piatto d’argento all’equipaggio di Marta che si aggiudica gara e Palio.

Proverbi in dialetto locale

Pescatore ggente acquatica, amicizia ma nun pratica
Disse la tenca mal luccio: “Vale più la mi’ capoccia che tutto ‘r tu fusto”
Cammina pescato’ si nun te ‘rincresce che se nun cammine tu’, cammina er pesce
Maggio fresco, pescator leggero
Vale chiappa’, le grance co’ le mano dell’artre
Sant’Andrea, pescatore porta ‘r pesce mar zignore, ‘r zignore nu’ lo vorze e Sant’Andrea se lo corze

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